L'impianto di trattamento rifiuti della Coop.EDERA di Genazzano, emana odori di .........
A proposito della Coop. Edera, il cui presidente è ai domiciliari per l'inchiesta "Mafia Capitale", provate a leggere o a rileggere la parte delle osservazioni, redatte diverso tempo fa anche dal nostro comitato, "Vademecum per saperne di più...", sull'impianto di trattamento dei rifiuti di Genazzano.
Stante quanto stabilito dall’ art. 12 D.Lgs. 387/03 che dispone: “… Le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio degli stessi impianti sono opere di pubblica utilità indifferibili ed urgenti …”, e stante quanto riportato nel Bilancio di EDERA Società Cooperativa Sociale A.R.L., aggiornato al 31/12/2011, si ritiene necessario ed opportuno che la Cooperativa EDERA, fornisca una stima dettagliata della valutazione della redditività del progetto e della sostenibilità finanziaria, compresa la cosiddetta “bancabilità”.
In altri
termini, va valutata comparativamente la capacità del Piano Economico Finanziario
che accompagna il “progetto” di attrarre i finanziatori, a titolo di debito (le
banche) e a titolo di capitale (investitori). Sarebbe opportuno che EDERA
presentasse un Piano di Sostenibilità/Capacità Finanziaria “certificato” con
indicata la disponibilità di mezzi economici propri o l’eventuale esistenza di
altri investitori.
Nel
Bilancio societario della Cooperativa, si evidenzia che il risultato di
esercizio al 31/12/2011 è di € 1.658.066,00 ai quali tolto quanto disposto
dalla normativa in materia, l’Utile di Esercizio – Riserva Indivisibile (L.907/77)
risulta essere disponibile, come Utile,
una somma pari a € 1.110.904 Il tutto a fronte di un “Calcolo sommario di Spesa” e di un “Business Plan” che individuano un costo
di investimento dell’impianto pari a € 14.505062,75.
Il profilo
della valutazione della redditività dovrebbe riguardare la sostenibilità finanziaria del
progetto, anche nella prospettiva degli
istituti di credito che saranno chiamati a finanziarlo. In altri termini, il
progetto potrebbe essere redditizio, ma presentare un profilo temporale di
flussi di cassa non compatibile con le aspettative delle banche di vedere
rimborsato il finanziamento erogato e pagati gli interessi secondo i ritmi
desiderati.
Tali
analisi e valutazioni dovrebbero essere svolte anche in considerazione delle
tariffe offerte per lo smaltimento della
FORSU che si ostentano come il vero ricavo nella gestione dell’impianto.
La tariffa di smaltimento è un
ingrediente fondamentale del piano e quindi ne va valutata la plausibilità per
dare credibilità al piano stesso,
inoltre costituisce un onere per
la collettività indistinta, il che la caratterizza come componente del “rating”
e quindi classificabile in uno specifico e distinto elemento di
valutazione.
Inoltre, per maggiore chiarezza, riportiamo anche il comunicato volantino del Comitato Rifiuti Zero di Genazzano
Mafia provinciale
Leggendo
la lista degli arresti di questi giorni, un nome ci ha colpito più di
altri: si tratta di Franco Cancelli, già presidente della cooperativa
Edera, tratto agli arresti il 2 Dicembre. Proprio la stessa cooperativa
Edera che vorrebbe installare un impianto a biogas a Genazzano! Cancelli
è accusato di turbativa d’asta; avrebbe chiesto a Buzzi e Carminati
120000 euro per pagare una tangente a favore di Eugenio Patanè,
consigliere regionale PD, ormai ex presidente della V Commissione. Ma
aldilà delle accuse particolari, Cancelli era organico a quel sistema
che i magistrati ritengono configurarsi come una mafia romana. La
cooperativa Edera era infatti una controllata della 29 Giugno, al centro
della ragnatela dell’organizzazione criminale, chiamata dagli
investigatori “mafia capitale”. Ecco chi stavamo per trovarci in casa!
Non osiamo pensare a come avrebbero potuto gestire un impianto delicato e
foriero di rischi per la salute, gente come Carminati e i suoi sodali.
Per fortuna ci hanno pensato i genazzanesi a sbattergli la porta in
faccia!
La
cooperativa Edera si occupava della raccolta differenziata dei rifiuti
urbani a Guidonia e in molti municipi capitolini, e del conferimento nei
siti di smaltimento – oltre alla cura del verde per enti pubblici e
privati. Come pure negli altri casi delle coop legate alla 29 Giugno, si
tratta di servizi di pubblico interesse. Servizi locali che 30 milioni
di italiani con un referendum, hanno votato affinché rimanessero sotto
la gestione del pubblico – e non potessero essere esternalizzati a
chicchessia. Proprio su questo arretramento dell’amministrazione
pubblica nella gestione dei servizi locali, contro il mandato
referendario della maggioranza dei cittadini italiani, è cresciuta la
mala pianta della mafia capitale. Emblematico è l’sms d’auguri inviato
da Buzzi ai suoi compari: “Speriamo che il 2013 sia in anno pieno di
monnezza, profughi, immigrati, sfollati, minori, piovoso così cresce
l’erba da tagliare e magari con qualche bufera di neve: evviva la
cooperazione sociale”. Cos’altro potrebbe augurarsi d’altronde un
privato che gestisca tali servizi per massimizzare i profitti? Non certo
il bene della collettività! Collettività di cui sono parte pure i
lavoratori delle cooperative sociali - nate con il nobile scopo del
reinserimento sociale di ex detenuti – sfruttati, sottopagati e che ora
rischiano di rimanere senza lavoro. Operai che assolvono a servizi
necessari che andrebbero assunti direttamente dagli enti pubblici,
togliendo i caporali delle cooperative e aziende appaltatrici;
restituendo servizi slegati da profitti privati. Così pure lo
smaltimento dell’umido nel nostro paese dovrebbe essere gestito dal
Comune di Genazzano e controllato da chi abita il territorio; sono anni
che il Comitato ha presentato un progetto di compostaggio domestico e
piccolo compostaggio aerobico. Non tollereremo avidi investitori privati
che vogliano speculare sul nostro territorio e la nostra salute, sia
che vengano in coppola e lupara sia col frac!
Nessun commento:
Posta un commento