COMUNICATO
L'AFFOLLATISSIMA ASSEMBLEA PUBBLICA del 25 ottobre IN PIAZZA
MAZZINI A VELLETRI
è stata un altro passaggio fondamentale durante il quale i
cittadini e i molti comitati presenti hanno riaffermato alto e forte che NON vogliono impianti inquinanti e
altamente nocivi (biogas della Volsca Ambiente e polo rifiuti con discarica da
2.ooo.ooo t. della Ecoparco srl) e questo vale per Velletri come per qualsiasi
altro luogo minacciato dal proliferare inarrestabile d’impianti a biogas, di
discariche e di TMB.
L’assemblea, a cui hanno partecipato numerosissimi i cittadini
delle zone coinvolte e oltre 10 comitati territoriali, da Guidonia ad Aprilia,
in primis il Comitato No biogas No discarica di Velletri e il Coordinamento
contro l’inceneritore di Albano, ha inviato un messaggio chiaro alle
amministrazioni di Albano e Velletri i cui sindaci hanno invece sottoscritto il
loro SI all’impianto biogas da 33.000 t/a della Volsca: L’IMPIANTO NON LO
VOGLIAMO NE’ QUI NE ALTROVE.
Intanto il 6 e il 23 ottobre sono state depositate all’ufficio
V.I.A. dell’assessorato all’Ambiente della Regione Lazio le osservazioni
tecnico scientifiche in opposizione ai due progetti redatte dai tecnici del Coordinamento
No Inc. Albano e del Comitato Alternativa Sostenibile di Gallicano Genazzano (Area Prenestina - Casilina),
sottoscritte da oltre 150 tra aziende agricole, coltivatori diretti e cittadini
residenti.
La posizione espressa dai sindaci a parere dei comitati
partecipanti riflette da un lato la linea biogassista e affaristica dei vertici
governativi e regionali, dall’altro
risponde a esigenze economiche (tenute ben nascoste) ereditate dalle pregresse
vicende societarie della Volsca.
In assemblea è stato ricordato che a dicembre 2009 la società
Volsca era in bancarotta con un buco contabile di 30 milioni tra cui figuravano
consulenze esterne costate 500 mila euro; richiese il concordato preventivo e
fu salvata dai soci comunali (Albano e Velletri) col nuovo nome: Volsca Ambiente
e Servizi spa.
Il nuovo presidente disse allora “torniamo ad essere capaci di
produrre ricchezza”. Poco tempo dopo (2010) presentò il progetto di digestore
anaerobico dell’umido da rifiuti a Lazzaria. Il tutto approfittando dei ricchi
incentivi statali (0.28Euro/kwh) derivanti da energia elettrica (1 Mw) prodotta
bruciando biogas. Oltre un milione di euro l’anno.
Alla luce della relazione che Volsca ha inviato a fine dicembre
2013 ai comuni soci Albano, Velletri, Lariano ed Anzio, si delinea all'orizzonte
l'intenzione del sindaco di Velletri Servadio e del sindaco di Albano Marini (soci
col 93% delle quote) di cambiare lo statuto della Volsca e privatizzare una
quota rilevante della società (fino al 49%) lisciando il pelo agli interessi
privati della rampante green-economy.
Quindi emerge il più che fondato sospetto che l’operazione di
scegliere la digestione anaerobica incentivata ed inquinante, anziché il mini
compostaggio SOLO aerobico NON inquinante e NON incentivato, risponde all’esigenza di tamponare i debiti e rendere
l’azienda appetibile agli investitori privati, fregandosene bellamente della
salute dei cittadini e della catastrofe per le colture agricole di pregio.
L’assemblea ha manifestato l’intenzione di continuare con vigore
le iniziative di lotta a partire dal presidio
del 6 novembre sotto le sedi della Regione Lazio insieme agli altri
comitati laziali impegnati in vertenze analoghe.
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