domenica 1 febbraio 2015

L'ISDE contro la centrale a biogas di Velletri


A seguito del convegno tenuto a Velletri il 24 gennaio scorso, pubblichiamo il comunicato dell'ISDE - Medici per l'Ambiente contro la centrale a biogas di Velletri.
A seguire alcune foto dell'evento.
Presto anche il video. 
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I Medici per l’Ambiente contro la centrale a biogas di Velletri: “Inutile e fortemente dannosa per la salute”

Si è svolto sabato 24 gennaio a Velletri un convegno sul tema “ Rifiuti e inquinamento: quali conseguenze per la salute e l’ambiente ?”. 
Il convegno organizzato dal Coordinamento contro l’inceneritore di Albano e dal Comitato Alternativa sostenibile, con l’adesione del Comitato No biogas e Discarica di Velletri e del Coordinamento regionale Rifiuti ed Energia, ha avuto per tema la discussione e l’approfondimento delle ragioni dell’opposizione al progetto per la realizzazione di una centrale a biogas alimentata da Forsu (Frazione organica dei rifiuti solidi urbani) – oltre 33 mila tonnellate per anno – , con produzione, per successiva combustione, di energia elettrica, nel comune di Velletri.

L’incontro ha visto una partecipazione numerosissima ed attenta di cittadini preoccupati per le possibili conseguenze della messa in opera di questo impianto: inquinamento dell’aria, dell’acqua, inquinamento acustico, aumento del traffico veicolare e i possibili danni alla salute. Numerosa e solidale anche la presenza di vari comitati provenienti da molte zone della regione Lazio ed impegnati in difesa dell’ambiente e della salute; presenti inoltre esponenti delle Istituzioni locali e nazionali. Gli interventi della dottoressa Antonella Litta e del dottor Mauro Mocci dell’Associazione italiana medici per l’Ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment) hanno aperto l’incontro ponendo bene in evidenza la stretta relazione tra ambiente e salute e i rischi che impianti come quello proposto per Velletri possono determinare in termini di malattie e danni gravi ed irreversibili per l’ambiente, a seguire gli interventi di Aldo Garofalo e di Giancarlo Ceci hanno evidenziato in modo specifico le criticità tecnico-ambientali, autorizzative e legali dell’impianto in questione e di altri con le stesse caratteristiche.
Da tutti gli interventi è emersa con chiarezza l’inutilità e la dannosità per salute e ambiente delle centrali a biogas, a biomasse e degli impianti di biodigestione anaerobica che vengono da diverso tempo proposti su tutto il territorio nazionale per conseguire, una volta realizzati, importanti incentivi economici in quanto spacciati per fonti energetiche autenticamente rinnovabili quando in realtà lo sono soltanto formalmente. I relatori hanno ribadito quindi la necessità di una rigorosa e corretta gestione dei rifiuti che, se realizzata attraverso la raccolta differenziata e “porta a porta”, insieme ad una reale politica del riuso, del risparmio, del riciclo e della riduzione dei rifiuti, e soprattutto dei materiali da imballaggio, non avrebbe bisogno della realizzazione di impianti di incenerimento, bio-digestione anaerobica e nuove discariche.
Dal convegno anche la riflessione condivisa che spesso è proprio dalle mancate e parziali attuazioni delle leggi in materia di ambiente e salute e degli articoli della Costituzione da parte delle istituzioni preposte che si è generata la grave situazione sanitaria vissuta dalle popolazioni della regione Lazio; in termini di malattie cardiovascolari, cronico-degenerative e neoplastiche ( si veda il Piano di previsione Regionale 2010-2012); situazione connessa anche al gravissimo stato di inquinamento ambientale del territorio laziale, un inquinamento che deve essere assolutamente ridotto in tempi brevi anche respingendo progetti di nuovi impianti a forte impatto ambientale e sanitario come quello proposto per Velletri. Nelle conclusioni del convegno la necessità di attuare come prima e vera forma di prevenzione a tutela della salute delle persone e in particolare della salute dei bambini interventi appropriati e tesi a ridurre l’esposizione a tutte quelle sostanze inquinanti che contaminano e alterano gravemente e irreversibilmente aria, acqua, suolo e cibo e nella riduzione delle spese militari una tra le tante possibili fonti di finanziamento per gli interventi e le opere di bonifica ambientale e sostegno ai servizi di prevenzione, diagnosi e cura.
Anche da questo incontro un forte e condiviso appello perché nella Regione Lazio si dia la priorità, il massimo dell’attenzione e dell’impegno a programmi di tutela e bonifica ambientale, per il miglioramento della qualità dell’aria, per la sorveglianza dello stato di salute delle popolazioni residenti e perché si rifiuti decisamente e senza tentennamenti ogni altra scelta, struttura e/o impianto ad alto impatto ambientale e sanitario.
Comunicato stampa a cura dell’Associazione italiana medici per l’ambiente-Isde
(International Society of Doctors for the Environment ) di Viterbo

30 gennaio 2015












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