giovedì 22 dicembre 2016

ANZIO - Impianti di trattamento dei rifiuti «ANZIOBIOWASTE» e «GREEN FUTURE»




 
Il 20/12/2016 è stata presentata , dal Movimento 5 Stelle , una Interrogazione Parlamentare al Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e al Ministro della Salute, sulla pericolosità degli impianti proposti in località «Padiglione -Spadellata». Ringraziamo per l'impegno la Senatrice Elena Fattori da sempre vicina ai territori in lotta contro chi con i rifiuti vuole inquinare e speculare. Riportiamo per intero l'interrogazione depositata.
"Alternativa Sostenibile"
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SENATO DELLA REPUBBLICA - Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06766. Pubblicato il 20 dicembre 2016, nella seduta n. 735 -
INTERROGAZIONE PARLAMENTARE ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute.
Senatori firmatari:
FATTORI , GIARRUSSO , DONNO , SANTANGELO , PAGLINI , SERRA , PUGLIA , LEZZI
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Premesso che:
nel 2012 la CO.GE.C Srl ha presentato un progetto per la realizzazione di un impianto per il trattamento di termo-essiccazione di 52.500 tonnellate di fanghi da depurazione all'anno in località Padiglione, nel comune di Anzio (Roma);
in data 7 agosto 2015 è stata presentata istanza per "variante non sostanziale" che ha modificato il progetto da trattamento fanghi a trattamento FORSU (frazione organica rifiuti solidi urbani) rimodulando il totale rifiuti da 52.500 a 50.000 tonnellate all'anno, (36.000 tonellate FORSU, 14.000 rifiuti agroindustriali, fanghi e lignocellulosici) e prevedendo la produzione di biometano da utilizzare per autotrazione o immissione in rete e produzione di ammendante compostato;
a parere degli interroganti, pur essendo un'istanza autodichiarata "non sostanziale", è chiaro che tale variante sia invece sostanziale e che, di conseguenza, necessiti di un altro progetto a cui deve seguire un nuovo iter autorizzativo, visto anche il cambio di ragione sociale della CO.GE.C che è diventata Anziobiowaste Srl;
nonostante le descritte variazioni, con determinazione della Regione Lazio n. G15616 del 5 novembre 2014 è stata rilasciata l'autorizzazione integrata ambientale (AIA) alla CO.GE.C. Srl, relativamente alla realizzazione ed all'esercizio dell'impianto di trattamento rifiuti e, successivamente, con determinazione della Regione n. G13316 del 3 novembre 2015 l'AIA è stata volturata alla Anziobiowaste Srl;
la Regione Lazio (ufficio valutazione impatto ambientale-VIA e AIA) ha approvato la variante con determina del 15 dicembre 2015 ritenendola non sostanziale;
considerato che:
nel 2016 la società Green Future presenta la richiesta di autorizzazione per un impianto di trattamento rifiuti, sempre in località Padiglione;
esso prevede il trattamento di circa 60.000 tonnellate all'anno di rifiuto secco da raccolta differenziata, di circa 35.000 tonnellate all'anno di rifiuto umido da raccolta differenziata e di non meglio definite circa 15.000 tonnellate all'anno di verde ammendante. Il tutto per un totale di trattamento molto prossimo a 120.000 tonnellate all'anno;
in uscita dall'impianto sono previste materie varie recuperate (ferro, plastiche, vetro, carta eccetera), sovvalli e rifiuti da portare in discarica pari a circa 35.000-38.000 tonnellate all'anno;
l'impianto produrrebbe il CDR (combustibile derivato da rifiuto) CSS (combustibile solido secondario), combustibile da rifiuti da bruciare negli inceneritori (termovalorizzatori), nei cementifici e nelle centrali elettriche. Inoltre, produrrebbe anche biometano e compost (ammendante compostato);
il 17 marzo 2016 si è tenuta la prima conferenza dei servizi presso l'Ufficio VIA regionale dove sono state messe in luce tutte le criticità dell'impianto. Il 24 marzo si è tenuta l'audizione presso la commissione consiliare regionale "Ambiente, lavori pubblici, mobilità, politica della casa e urbanistica";
il 2 ottobre si sarebbe dovuta tenere la seconda conferenza dei servizi ma il proponente ha chiesto il rinvio in attesa della VINCA (valutazione di incidenza ambientale) vista la vicinanza dell'area di realizzazione dell'impianto alla zona SIC (sito di interesse comunitario) di Tor Caldara;
ad oggi si è in attesa della prossima convocazione dall'Ufficio VIA;
considerato inoltre che i due impianti si troverebbero ad una distanza di circa 800 metri l'uno dall'altro e ricadrebbero in un'area altamente antropizzata, nelle cui immediate vicinanze insistono edifici popolari, cinema, centri commerciali, fabbriche e laboratori di prodotti alimentari eccetera , e, soprattutto, un plesso scolastico che si troverebbe tra i 320 e i 60 metri dagli stessi impianti. Nell'area adiacente (soprattutto Aprilia a circa 15 chilometri) esistono altri impianti di trattamento rifiuti per elevate quantità trattate, che escludono la necessità di realizzare ulteriori impianti per un principio di prossimità e autosufficienza;
considerato infine che:
i due impianti presentano le seguenti criticità ambientali e sanitarie: a) i flussi complessivi in entrata e uscita dei rifiuti sarebbero molto prossimi alle 200.000 tonnellate all'anno, con un aggravio di emissioni veicolari per diverse tonnellate di inquinanti vari (da sommare agli esistenti). In particolare biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili, monossido di carbonio, anidrite carbonica, protossidi di azoto e polveri sottili; b) odori da raccolta, stoccaggio, trasferimento e lavorazione anche per inevitabile presenza di umido; produzione di composti a rilevanza chimica-sanitaria quali ammoniaca e ammine, acidi grassi volatili, composti organici ed inorganici dello zolfo, composti aromatici, terpeni, acetone, fenoli e toluene; c) produzione di polveri e sostanze volatili; d) produzione di scarti inquinanti quali fanghi da polveri e filtri, fanghi da lavaggio, acque esauste con ammoniaca e acidi grassi; e) produzione di sostanze chimiche organiche tossiche; f) produzione di nanopolveri; g) produzione di contaminanti microrganici (batteri e virus); h) emissioni sonore; i) emissioni gassose (macro e micro inquinanti) causate soprattutto dai gruppi di cogenerazione, dalle torce di emergenza del biogas e dal trattamento del biogas o biometano; l) sversamenti nel suolo di sostanze percolanti con contaminazione dei corpi idrici superficiali e contaminazione delle acque sotterranee"; m) produzione di percolato con metalli pesanti (cadmio, piombo, cromo, zinco, rame, nichel) prodotti nelle aree adibite allo stoccaggio dei rifiuti e nelle zone di stabilizzazione aerobica; presenza di virus e batteri sporigeni quali crostidi e bacilli sopravvissuti alla pastorizzazione del digestato e compost; perdite di biogas generali nel sistema, pari al 2-3 per cento (effetto serra con un aumento di 23 volte della CO2);
inoltre i danni sanitari potenziali dovuti alle emissioni porterebbero a: funghi allergenici; batteri gram negativi e gram positivi, tra i quali coliformi fecali, attinomiceti, gram positivi filamentosi (allergenici respiratori); endotossine; microtossine (composti non volatili considerate cancerogene e neurotossiche, possono determinare patologie polmonari occupazionali); glucani, in funghi e batteri, che possono determinare patologie infiammatorie dell'apparato respiratorio;
la vicinanza delle scuole agli impianti mette a repentaglio la salute dei soggetti più deboli, quali sono i bambini,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative di competenza intendano adottare, con particolare riferimento alla conduzione di un'indagine epidemiologica per valutare il grado di salute dei residenti nelle aree interessate, alla valutazione della realizzazione degli impianti in prossimità di un plesso scolastico con 350 ragazzi, nonché in un contesto altamente antropizzato sottoponendolo ad alto rischio, e alla compatibilità ambientale di tali impianti per il trattamento dei rifiuti che andrebbero ad aggiungersi a quelli già presenti ad Aprilia, distante 10-15 chilometri da Anzio, comportando un'alta concentrazione di impianti nella zona.


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