DISASTRO AMBIENTALE A POMEZIA.
LE ISTITUZIONI PARLANO DI EMERGENZA RIFIUTI PER NON PARLARE DI IMPATTI SUI TERRITORI E SUI CITTADINI CHE LI VIVONO
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Ogni volta che si verifica un incendio in qualche impianto di trattamento/stoccaggio rifiuti (nel Lazio ne sono successi troppi e su troppi impianti strategici) rispuntano i falchi della politica con le loro proposte salvifiche. Sistematicamente torna a galla (come nelle fogne) la «necessità» di realizzare INCENERITORI, DISCARICHE e IMPIANTI PER L’ORGANICO con produzione di (bio?)gas/metano. Renzi, Galletti e Zingaretti dormono negli studi TV e anche nelle trasmissioni di culto religioso, si affacciano per propinarci la vecchia ma redditizia (per pochi) ricetta sui rifiuti. Tolgono, volutamente, l’attenzione sul disastro ecologico avvenuto a Pomezia e invece di parlarci delle deficienze ataviche dell’ARPA e della ASL e su come intervenire celermente per tutelare la salute dei cittadini di un’area incredibilmente vasta interessata dalla nuvola inquinante, ripropongono gli stessi percorsi che hanno portato alla sciagura. La realtà è che i politici regionali non sanno come presentare il nuovo «Piano dei Rifiuti» zeppo di tutte le tipologie di impianti descritti ed assolutamente impattanti, per paura di perdere il consenso nella prossima tornata elettorale regionale (2018).
LE ISTITUZIONI PARLANO DI EMERGENZA RIFIUTI PER NON PARLARE DI IMPATTI SUI TERRITORI E SUI CITTADINI CHE LI VIVONO
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Ogni volta che si verifica un incendio in qualche impianto di trattamento/stoccaggio rifiuti (nel Lazio ne sono successi troppi e su troppi impianti strategici) rispuntano i falchi della politica con le loro proposte salvifiche. Sistematicamente torna a galla (come nelle fogne) la «necessità» di realizzare INCENERITORI, DISCARICHE e IMPIANTI PER L’ORGANICO con produzione di (bio?)gas/metano. Renzi, Galletti e Zingaretti dormono negli studi TV e anche nelle trasmissioni di culto religioso, si affacciano per propinarci la vecchia ma redditizia (per pochi) ricetta sui rifiuti. Tolgono, volutamente, l’attenzione sul disastro ecologico avvenuto a Pomezia e invece di parlarci delle deficienze ataviche dell’ARPA e della ASL e su come intervenire celermente per tutelare la salute dei cittadini di un’area incredibilmente vasta interessata dalla nuvola inquinante, ripropongono gli stessi percorsi che hanno portato alla sciagura. La realtà è che i politici regionali non sanno come presentare il nuovo «Piano dei Rifiuti» zeppo di tutte le tipologie di impianti descritti ed assolutamente impattanti, per paura di perdere il consenso nella prossima tornata elettorale regionale (2018).
Così inizia il rimpallo tra Regione e Comune di Roma sulle necessità impiantistiche e le responsabilità pregresse e attuali ma questa volta la sensibilità e maturità dei cittadini darà del filo da torcere e ce ne sarà per tutti coloro che tenteranno di violentare i territori. Questa è la fase dell’»EMERGENZA AMBIENTALE» frutto di contestabili visioni, errate autorizzazioni e mancanza di controlli e vorremmo che sia questo il problema al centro degli interessi dei politici. Di tentativi, a volte riusciti, di far ricorso alla emergenza, in tema di rifiuti, ne abbiamo visti tanti e ormai sappiamo riconoscerli anche da lontano e, in attesa dei dati sui rilevamenti di ARPA e ASL a Pomezia e dintorni, non dimentichiamo quanto scrisse il GIP (Giudice di Indagini preliminari) Massimo BATTISTINI nell’ordinanza che portò all’arresto di Cerroni (proprietario di discariche e impianti per i rifiuti in mezzo mondo) e sodali vari (anche dirigenti e capi dipartimenti della Regione Lazio) sulla “necessità di ricorrere o costruire l’emergenza per i rifiuti : «“Solo la logica dell’emergenza consente l’istituzione di strutture extra ordinem con il potere di derogare alla normativa, tanto in materia di ambiente, quanto, soprattutto, in materia di appalti.
Laddove c’è l’emergenza, sovente manca la trasparenza, quando si concede a taluno il potere di derogare le norme che regolano l’attività amministrativa, è quasi inevitabile che essa venga piegata all’interesse privato.
Il Lazio non fa eccezione a tale regole, ma ne costituisce il paradigma più esemplare, in quanto, sin dall’inizio, raccoglie in sé entrambi i fenomeni.»
"Alternativa Sostenibile"
Laddove c’è l’emergenza, sovente manca la trasparenza, quando si concede a taluno il potere di derogare le norme che regolano l’attività amministrativa, è quasi inevitabile che essa venga piegata all’interesse privato.
Il Lazio non fa eccezione a tale regole, ma ne costituisce il paradigma più esemplare, in quanto, sin dall’inizio, raccoglie in sé entrambi i fenomeni.»
"Alternativa Sostenibile"
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