Riportiamo qui sotto l'articolo preso dal blog dell'"Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro" di Carlo Soricelli
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Vogliamo finalmente fare chiarezza sul reale numero di morti per
infortunio sul lavoro?
1) L’Osservatorio Indipendente di Bologna è
l’unico in Italia a monitorare TUTTI i morti per infortuni sul lavoro,
nessuno escluso e indipendentemente dal lavoro che svolge la vittima, o
che disponga o meno di un’assicurazione. I morti per infortuni sui
LUOGHI DI LAVORO non sono mai stati così tanti da quando il 1° gennaio
2008 è stato aperto l’osservatorio Indipendente di Bologna morti sul
lavoro. Sono oggi dall’inizio dell’anno a oggi 15 settembre 478 sui
LUOGHI DI LAVORO (oltre 1000 se si aggiungono tutti quelli che muoiono
in altri contesti). Erano sui luoghi di lavoro 457 il 15 settembre del
2014 +4,6%, erano 437 lo stesso giorno del 2008 +8,6%. In questi anni
nessun calo favoloso, ma aumenti, nonostante un numero enorme lavoratori
ha perso il lavoro da quell’anno. I morti si sono solo trasferiti da
categorie protette ad altre che non lo sono o che hanno un’assicurazione
diversa dall’INAIL. A queste morti occorre sempre ricordare che si
aggiungono i lavoratori morti sulle strade e in itinere i morti per lo
meno raddoppiano. Ma queste vittime, se in regola sono riconosciute
dallo Stato come morti sul lavoro (e tante non lo sono) e richiedono
interventi diversi. Se si vuole fare prevenzione occorre tenere
nettamente separate queste morti da quelli che muoiono sui luoghi di
lavoro. La Lombardia ha già 62 morti sui luoghi di lavoro, ma se si
aggiungono i morti sulle strade e in itinere si superano i 120 morti, ma
occorre ricordare che la Lombardia ha più del doppio degli abitanti di
qualsiasi regione italiana, e se si guarda il numero di abitanti è la
Toscana che quest’anno, con 49 morti sui luoghi di lavoro che detiene
questo triste primato. L’indice occupazionale non ha nessun valore
statistico, a morire sono soprattutto lavoratori atipici, in nero,
Partite IVA e agricoltori. 2) E’ l’agricoltura con il 32% di tutte le
morti sul lavoro che rappresenta la vera emergenza del Paese. Segue
l’edilizia col 21,2%, l’industria con il 10,04%, l’autotrasporto di
tutte le categorie con il 7,3%. Gli altri morti nei servizi e in altre
categorie che non stiamo a elencare. 3) Sono già 67, giorno
dell’inaugurazione dell’EXPO i morti schiacciati dal trattore e 97
dall’inizio dell’anno, nel 2014 sono stati 152 e questo pur avvertendo
nel febbraio 2014 e 2015 il Ministro Martina, il Ministro Poletti e il
Primo Ministro Renzi delle imminenti stragi di agricoltori schiacciati
dal trattore. Si chiedeva loro di fare almeno una campagna informativa
sulla pericolosità del mezzo. 4) Il 22% di tutte le morti per infortuni
sul lavoro ha più di 60 anni (quanto incide la legge Fornero?) 5) dai 50
ai 59 il 28%, Il 24% ha dai 40 ai 49 anni, 6) Gli stranieri morti sui
luoghi di lavoro sono il 14,4% sul totale di tutte le morti per
infortuni 7) Occorre ricordare che l’INAIL monitora solo i propri
assicurati e che l’anno scorso sono stati, compreso l’itinere 662 8) Un
osservatorio che elabora gli infortuni mortali sul lavoro dell’INAIL
scrive che le morti per infortuni sul lavoro sono stati nei primi sette
mesi del 2015 ben 643, compreso l’itinere, questo vuol dire che se
l’INAIL ha avuto “solo” 662 morti nell’intero 2014, assistiamo a un
aumento spaventoso. 9) Sarebbe ora di fare finalmente chiarezza su
queste tragedie e non giocare sui numeri e tirarli dalla parte che fa
più comodo 10) Il Jobs act non protegge dal licenziamento neppure i
lavoratori che si rifiutano di svolgere lavori pericolosi, con una scusa
possono essere licenziati e questo farà aumentare ancora di più le
morti sul lavoro.
Carlo Soricelli
Carlo Soricelli
FONTE:http://cadutisullavoro.blogspot.it/2015/09/vogliamo-finalmente-fare-chiarezza-sul.html
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