mercoledì 4 gennaio 2017

Sulla tariffa per l'asporto dei rifiuti




INGIUSTIFICATO AUMENTO DELLA TARIFFA PER L’ASPORTO DEI RIFIUTI. NEL 2016 FAMIGLIE E IMPRESE HANNO PAGATO 8,8 MILIARDI DI €. =================================== Nonostante la produzione dei rifiuti subisca una contrazione annua e l’incidenza della raccolta differenziata aumenta a ritmi più che discreti, si è avuto un maggior prelievo sulle famiglie attorno a un valore medio del 35 per cento circa, con un incremento di 56 euro per i nuclei composti da 2 persone, di 78 euro per quelle da 3 e di 94 euro per quelle da 4. Per i negozi di ortofrutta l’aumento medio è stato di 449 euro (+49,5 per cento), i ristoranti, le trattorie, le pizzerie, etc. hanno versato 988 euro in più (+41,4 per cento), i bar hanno subito un aggravio di 206 euro (+30,9 per cento) e i saloni dei parrucchieri hanno registrato un aumento di 88 euro (+ 24,2 per cento). Le attività alberghiere, invece, hanno subito un prelievo aggiuntivo di 827 euro (+14,1 per cento), gli studi professionali di 61 euro (+6,6 per cento), mentre il titolare di una carrozzeria/autofficina ha pagato 14 euro in più (+2,5 per cento). Siamo stati costretti a pagare di più, nonostante la qualità del servizio non abbia registrato alcun miglioramento, anzi, in molte aree del paese è addirittura peggiorato. Siamo passati dalla TARSU alla TIA e poi alla TARES per approdare alla attuale TARI che con l’applicazione del principio “chi inquina paga”, doveva penalizzare chi non rispetta le regole civili. In realtà è stata un’altra furbata della politica che di fatto ha sancito che il costo del servizio in capo all’azienda che raccoglie i rifiuti dev’essere interamente coperto dagli utenti, attraverso il pagamento del tributo. Queste aziende, di fatto, operano in condizioni di monopolio, con dei costi spesso fuori mercato che famiglie e imprese sono chiamate a coprire con importi che in molti casi sono del tutto ingiustificati visto anche la qualità del servizio dato. Con il pagamento della bolletta non si coprono solo i costi di raccolta e di smaltimento dei rifiuti, ma anche le inefficienze e gli sprechi del sistema. Secondo l’Antitrust tra le oltre 10.000 società controllate o partecipate dagli enti locali che forniscono servizi pubblici, tra cui anche la raccolta dei rifiuti, circa il 30 per cento sono stabilmente in perdita. Una mala gestio che la politica non vuole risolvere, anzi, come sta succedendo nel Lazio, il PD si sta organizzando per entrare a gamba tesa nel grosso businnes dei rifiuti con società dallo stesso controllate. Per evitare che il costo di possibili inefficienze gestionali si scarichi sui cittadini la Legge di Stabilità 2014 aveva previsto che, dal 2016, la determinazione delle tariffe avvenisse sulla base dei fabbisogni standard.
L’ultima Legge di Stabilità, però, ha prorogato tale disposizione al 2018, guarda caso dopo le elezioni regionali (compreso il Lazio) e, pertanto, bisognerà ancora attendere e lottare affinché le tariffe coprano solo il costo del servizio determinato dai costi standard di riferimento.

Alternativa Sostenibile (dati elaborati da Cgia)


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